Quante volte abbiamo sentito i governi (o gli aspiranti governanti) promuovere l’idea di rilanciare l’economia nazionale, attraverso la sostituzione delle importazioni con la produzione di beni di consumo sul mercato interno, anche e soprattutto attraverso l’imposizione di dazi? Si tratta di una politica di sviluppo economico perseguibile e, soprattutto, vantaggiosa?
Il paper che proponiamo analizza i vantaggi e gli svantaggi connessi all’applicazione di una politica di sostituzione delle importazioni con la produzione domestica, in particolare attraverso la protezione di quelle industrie nascenti ancora poco sviluppate in patria, e di conseguenza non ancora in grado di sfruttare uno schema di costi efficiente per competere sul mercato internazionale. D’altra parte, invece, si considera come una politica orientata alle esportazioni aiuti ad evitare i tipici effetti collaterali negativi di una strategia basata invece sui dazi.
In particolare l’analisi è condotta utilizzando come base di riferimento lo sviluppo industriale cinese nel periodo compreso tra l’inizio degli anni ’50 e i primi anni ’90. In tale periodo il Governo cinese implementò infatti una politica economica incentrata prima sulla difesa delle industrie domestiche e successivamente sulla promozione delle esportazioni.

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