Il 2022 è stato finora un anno difficile; anzi, da incubo per molti investitori. Un anno da dimenticare, magari ricercando nei dettagli dei grafici di mercato barlumi di premesse rialziste.
A meno che non vi siate posizionati sul dollaro USA o sugli energetici; che allora si tratta di festeggiare una buona annata. Ma se tutto quello che avete fatto quest’anno è stato acquistare i Big Tech come fossero un’unica fede, seguendo ciecamente le orme della celeberrima Cathie Wood, probabilmente il 2022 è stato un periodo traumatico.
Nasdaq (grafico a candele) – perdita da inizio anno
Da inizio anno il Nasdaq, come noto caratterizzato da un peso preponderante dei titoli tecnologici (solo per citarne alcuni: Apple 12% – Microsoft 10% – Amazon 6% – Tesla 4%) sta infatti registrando una performance negativa del 33%.
In questi casi, se hai subito tali perdite, non c’è quasi nulla che puoi fare se non avere pazienza e guardare avanti, facendo attenzione a studiare bene la psicologia dell’investitore medio.
L’unica cosa che non cambia negli anni, infatti, è proprio il comportamento degli investitori, e ciò può essere identificato nel movimento dei prezzi di questo 2022.
S&P500 (grafico a candele) – media 50 (linea gialla) – fasi psicologiche dell’investitore (linee verticali bianche)
Guardando il grafico dello S&P 500, e le varie fasi che hanno caratterizzato il comportamento degli investitori negli ultimi anni, possiamo notare come queste si susseguano fino a portare ad un potenziale punto di svolta (se ci sarà)
L’errore cognitivo più frequente, e spesso sottovalutato, è l’over-confidence bias, cioè la tendenza di avere un’eccessiva fiducia in se stessi, unita al pensare positivo ad ogni costo. Questo comportamento porta alle peggiori conseguenze.
Molti si chiedono in che fase del ciclo siamo; altri cercano di rispondere attraverso strane congetture che portano ad ulteriori incertezze e paure.
Una cosa è certa: non lo sapremo fino a quando non accadrà. E ciò vale a dire che potrebbe andare ancora peggio, o magari sarà meglio: i cambiamenti di regime sono infatti evidenti solo dopo il loro verificarsi. Quello a cui bisogna fare attenzione in questa fase sono i messaggi lanciati da chi vorrebbe convincerti di sapere per “certo” cosa succederà.
Leggete ad esempio questo titolo.
“Aumento degli utili e crescita economica prolungheranno il rally dell’S&P 500 che salirà a 5000 punti (prezzo medio stime) guadagnando il 10% nel 2022“.
Stime per l’SPX:
5300 punti per BMO
5200 punti per Yardeni
5100 punti per Wells Fargo
5100 punti per Goldman
5050 punti per JPM
5000 punti per Jefferies
4850 punti per UBS
4800 punti per Barclays
4600 punti per BofA
4400 punti per Morgan Stanley
Queste sono le stime dei maggiori analisti economici e di alcune banche fatte a dicembre 2021 per il 2022. Oggi l’indice si trova in area 3.780 punti con una perdita del 16% da quel giorno.
Ma torniamo a noi. Un dato importante sulla situazione economica mondiale potrebbe arrivarci dall’oro.
Le Banche centrali stanno accumulando riserve auree a ritmi che si sono visti solo 55 anni fa, quando il dollaro era ancora convertibile nel metallo prezioso. Secondo il World Gold Council, solo nel terzo trimestre, sono state acquistate 399 tonnellate di oro per un valore di $20 miliardi (circa) con la domanda globale che è andata oltre i livelli pre-Covid; una crescita del 28% anno su anno. La Banca centrale turca ha aggiunto 31 tonnellate (solo nel terzo trimestre) portando le sue riserve totali a 489 tonnellate.
Questi sviluppi non dovrebbero sorprendere se si rammenta che l’oro è da molti considerato un rifugio sicuro in tempi di incertezza, ed una efficace copertura dall’inflazione (anche se tale copertura non si realizza, in realtà, anno su anno ma solo nel lungo termine).
Inoltre, le elezioni di Midterm americano (8 novembre) sembrano avere un impatto positivo sul metallo prezioso.
Performance dell’oro nei 6 mesi successivi alle elezioni midterm USA – fonte: Bloomberg
Il risultato più probabile, ad oggi, sembra essere una vittoria della Camera per i repubblicani con i democratici che mantengono il Senato. Ciò replicherebbe il primo mandato di Obama nel 2010 che si rivelò piuttosto positivo per il metallo prezioso, +13% nei sei mesi successivi.
Ma come ripeto da mesi, è più probabile che sia un indebolimento deciso del dollaro (declino ciclico) ad aprire prospettive più positive.
Ogni qualvolta l’oro ha registrato dei ribassi il dollaro si è apprezzato; viceversa, quando il dollaro ha registrato prestazioni più deboli il metallo prezioso è andato verso l’alto.
Ciò che allora dovremmo chiederci è: “il dollaro ha smesso di salire?”
In effetti, dall’ultimo massimo di settembre, ha registrato massimi decrescenti e minimi più bassi.
Dollaro (grafico a candele) – supporto 110 dollari (linea bianca)
Dal grafico possiamo notare come l’indice del dollaro stia rallentando la sua corsa. É uno strumento creato per stabilire il valore della valuta (USD) rispetto ad altre che hanno un peso specifico direttamente correlato come l’euro, lo yen giapponese, il dollaro canadese, la sterlina inglese e il franco svizzero. Quando il valore è superiore a 100 vuol dire che è più forte rispetto a tutte le altre e viceversa; stia rallentando la sua corsa. Non è chiaro però se ci sarà un’inversione ribassista, ma è interessante il fatto che sia tornato nuovamente sul supporto a 110 rispetto ai massimi toccati a settembre, rompendo la media 50 periodi, infatti in passato è stato fondamentale per i forti rialzi (1982 – 2000 – settembre 2022) mentre l’RSI continua a fluttuare tra il livello 40 – 70 (regime rialzista). Un ulteriore segnale ribassista potrebbe essere una lettura dell’RSI minore di 35 e la rottura dei 109.5.
Inoltre, ovvio a dirsi, il miglior indicatore che consente di conoscere quando un mercato prova ad invertire è proprio il prezzo: quando le azioni inizieranno a salire facendo massimi maggiori allora si potrà iniziare ad avere una prospettiva diversa.
Intanto, non sottovalutate mai le caratteristiche del vostro portafoglio: analizzatelo e rivalutatelo se necessario, ricordandovi questi elementi fondamentali:
– Profilo di rischio (percentuale di azioni, capacità di sopportare le perdite e la volatilità),
– Orizzonte temporale (investimenti di breve, medio o lungo periodo),
– Obiettivi (target a cui vorresti arrivare e capitale da investire).
Questi sono gli elementi più importanti del tuo portafoglio.
A differenza di quello che sostengono molti non ci sono risposte sbagliate o esatte.
Il rischio, il tempo e gli obiettivi sono personali.