Che l’educazione finanziaria dei propri clienti sia uno dei compiti/doveri del consulente finanziario è da anni che lo ripeto. E’ dura, lo so. Ma vi tocca: se non voi chi altri?
Ma cosa insegnare esattamente ai clienti affinché essi possano prendere scelte più consapevoli in ambito finanziario e, in special modo, in un’ottica di pianificazione finanziaria di lungo periodo?
Di carne al fuoco ce ne sarebbe tanta: l’importanza della diversificazione, l’importanza di iniziare ad accumulare il prima possibile, il riconoscimento del gap pensionistico, la necessità di avere un budget mensile delle entrate e delle uscite. Giusto per citare alcuni argomenti.
Ma a volte occorrono anche spiegazioni più di base: interesse semplice e interesse composto, differenza tra tasso cedolare e rendimento nei titoli di stato, differenza tra azioni e obbligazioni.
E, ormai ineludibile da qui in avanti, tutto ciò che concerne la finanza sostenibile e i fattori ESG.
Un bel ginepraio, da far perdere la testa. Da dove iniziare, allora?
Un interessante schema di riferimento, seppur di non comoda e sintetica lettura (73 pagine), ce lo fornisce la Commissione Europea in collaborazione con la OECD: che i burocrati questa volta ci abbiano preso fornendo veramente un documento utile?
Il titolo fa ben sperare: Financial competence framework for adults in the European Union, cioè lo schema delle competenze finanziarie che i cittadini europei dovrebbero avere.
La struttura del framework è la seguente:
- 4 macroaree: money and transactions (diciamo mezzi e modalità di pagamento), Planning and managing finances (diciamo pianificazione finanziaria), Risk and reward (rischio e rendimento), Financial landscape (diciamo scenario e normativa)
- Per ogni macroarea vengono indicate tre dimensioni:
- awareness/knowledge/understanding (cioè cosa si dovrebbe conoscere)
- skills/behaviour (cioè quali competenze si dovrebbero avere e quali comportamenti si dovrebbero adottare)
- confidence/motivation/attitudes (ci si riferisce qui ai processi decisionali che dovrebbero supportare i comportamenti finanziari in vista di un migliore benessere dell’individuo o della famiglia)
Dopo una prima parte introduttiva e di inquadramento, il documento entra nello specifico delle macroaree di cui sopra, schematizzando appunto le conoscenze che dovrebbero essere sviluppate dai cittadini.
Per brevità, e lasciando al lettore l’analisi completa del framework, mi soffermo sull’area numero 2, Planning and managing finances, ossia quella più attinente ai concetti di pianificazione finanziaria.
Ritroviamo in quest’area, ad esempio, i seguenti aspetti.
- Monitoring income and expenses, cioè saper monitorare entrate ed uscite famigliari, distinguendo quelle fisse e quelle variabili
- Drawing a budget, cioè saper costruire ed analizzare un proprio budget mensile, distinguendo necessità e spese superflue (“needs” and “wants”)
- Managing irregular and unexpected income and expenses, che significa, tra l’altro, saper comprendere che in differenti fasi della propria vita vi possono essere esigenze improvvise, e che quindi la pianificazione ne deve tenere conto. Inoltre, viene indicata tra le skill la capacità di scegliere l’opzione migliore per far fronte a spese improvvise (ad esempio: disinvesto o mi faccio prestare dei soldi?)
- Saving goals and priorities, e qui entriamo proprio nel campo della pianificazione e del Goal based investing. Capire l’importanza di risparmiare avendo presente gli obiettivi che si vogliono raggiungere; stabilire l’orizzonte in cui si vogliono raggiungere gli obiettivi; vedere il risparmio come una componente del proprio budget (cioè ogni mese speso il mio risparmio, decido in anticipo quanto devo risparmiare. Si veda anche questo video). Ma anche, semplicemente, conoscere le differenti opzioni di risparmio (e di investimento aggiungerei) disponibili sul mercato. Scegliere i prodotti in base alle proprie preferenze, comprese quelle di sostenibilità, e se necessario chiedere consulenza.
- Investing: conoscere la differenza tra risparmio ed investimento. Sapere che alcuni investimenti sono più liquidi di altri; capire i costi dei prodotti e gli effetti dell’inflazione e della variazione dei tassi di interesse. Considerare il profilo di rischio e rendimento delle diverse opzioni. Controllare i propri investimenti. Comprendere che i costi dei prodotti variano in base al canale di vendita. Ma anche sapere che esistono diversi tipi di crypto-asset (ahahah)
E così via. Insomma, una lunga lista di argomenti, concetti, aspetti, comportamenti che occorre insegnare ai cittadini adulti europei.
Non semplice: se considerati tutti ci vorrebbero almeno due corsi universitari. Ma il documento proposto dalla Commissione Europea ha comunque il merito di tentare, per lo meno, una schematizzazione ragionata.
In esso, comunque, si ritrovano una serie di tematiche che quotidianamente i consulenti finanziari affrontano con i loro clienti. Altre, forse, dovrebbero invece essere meglio inquadrate dai consulenti stessi.
La strada è ancora lunga. Rimango a vostra disposizione.