ABSTRACT

Ne parlano in molti, ma ben pochi ne hanno capito l’essenza: non esiste infatti un consenso univoco sulla definizione di “fintech”, termine nato dalla fusione delle parole inglesi “financial tecnology”. Secondo Wikipedia con questa parola ci si riferisce ad “una nuova industria che applica la tecnologia per migliorare le attività finanziarie”. I servizi a cui può applicarsi il fintech sono sostanzialmente tutti quelli della finanza tradizionale, dai pagamenti all’intermediazione finanziaria, fino alla gestione del rischio finanziario e alle criptovalute. L’obiettivo di questo articolo è di fare chiarezza sulla tematica, presentando tutti i segmenti che sono raccolti sotto la stessa etichetta ma che sono profondamente diversi tra loro.

Che cos’è il fintech

Con il termine fintech si fa riferimento ad un ventaglio di innovazioni tecnologiche applicate al mondo dei servizi finanziari. Il termine, inizialmente associato alle soluzioni informatiche applicate ai back office delle banche, è ora usato più genericamente per etichettare tutte le novità che stanno rivoluzionando l’offerta finanziaria globale.

Grazie alla diffusione capillare di internet e degli smartphone, le soluzioni agili offerte dalle realtà fintech hanno subito guadagnato l’apprezzamento da parte dei “nativi digitali”, quel segmento di clientela nata dopo il 1985 che ha beneficiato pienamente sia della diffusione dei PC che di internet.

Il fintech è considerato non soltanto una rivoluzione per gli istituti finanziari, ma anche per i consumatori finali che possono beneficiare di maggiore trasparenza, grazie ad analisi sempre più accurate e su misura.

 

Le aree del fintech

All’interno del mondo delle soluzioni innovative possiamo individuare numerosi filoni. I principali sono:

  1. Banking: fanno parte di questo segmento le startup che offrono servizi bancari tradizionali sfruttando però nuove tecnologie. Guardando all’Italia, queste soluzioni B2C (business to consumers) incontrano ancora un certo scetticismo; la maggior parte della clientela, anche per motivi socio-demografici, non si fida infatti ad affidare i propri risparmi ad una app, magari con un nome fantasioso (sebbene tra i giovani la resistenza a tale cambiamento è sicuramente più attenuata). E’ peraltro opportuno sottolineare che le soluzioni di cybersecurity adottate da queste società, per difendere i dati e i fondi dei clienti, sono sicuramente all’avanguardia e, di conseguenza, i rischi di distrazione fondi minori di quelli che si hanno oggi utilizzando canali tradizionali. Le offerte più interessanti disponibili sul mercato italiano sono rappresentate da N26 (n26.com), banca tedesca mobile-only, e Tinaba (www.tinaba.it), una startup che opera in partnership con Banca Profilo.
  2. Infrastruttura bancaria: queste soluzioni hanno un impatto sull’architettura di Information Technology (IT) della banca. Tra le principali innovazioni in questo campo possiamo individuare le API (Application Programming Interface), che consentono ad una banca di fruire di servizi innovativi semplicemente “agganciandosi” a un operatore terzo con competenze specifiche. In questo modo gli istituti finanziari tradizionali possono migliorare la propria offerta facendo outsourcing verso startup impegnate nella creazione di servizi studiati su misura per il cliente.
    Una delle proposte italiane più interessanti è rappresentata da platfr.io (platfr.io), una piattaforma dedicata alle API promossa e sviluppata dal Gruppo Banca Sella.
  3. Criptovalute: sono valute digitali che garantiscono l’anonimato nelle transazioni. La più famosa è il bitcoin (https://bitcoin.org/it/). L’implementazione delle criptovalute si basa sui principi della crittografia per convalidare le transazioni e la generazione di moneta in sé. Spesso utilizzano uno schema proof-of-work come salvaguardia alla contraffazione digitale e sono basate su protocolli peer-to-peer (P2P). Non esiste alcuna autorità centrale, che sia una banca o un governo, che le controlli. Le transazioni e il loro rilascio avvengono collettivamente in rete, e pertanto non sono sottoposte ad una gestione di tipo centralizzato.
  4. Blockchain: consiste in un registro pubblico di tutte le transazioni effettuate in bitcoin. Per comprendere la potenzialità di questa tecnologia, bisogna immaginare che il blockchain sia un enorme registro decentralizzato (in inglese “decentralized ledger”) che ha come obiettivo quello di provare ogni scambio avvenuto, eliminando così il rischio di frodi. La tecnologia blockchain contiene al proprio interno tutte le informazioni sugli indirizzi e sui relativi saldi che vanno dalla genesi del bitcoin fino al completamento dell’ultimo blocco aggiunto alla catena. Blockchain e la finanza: il consorzio R3 CEV (r3.com), a cui aderiscono alcuni tra i principali istituti finanziari al mondo, sta studiando internamente questa tecnologia per definire delle regole nel caso venisse adottata come base delle transazioni monetarie. Nonostante le migliori intenzioni degli attori coinvolti, il progetto sta incontrando alcune difficoltà e alcune banche si sono già ritirate dal progetto. In Italia possiamo invece ricordare l’accordo siglato nel 2017 tra Borsa Italiana e IBM (Link al comunicato: http://bit.ly/2yKRuLZ )che si sono impegnate nello sviluppo di una soluzione basata sulla tecnologia blockchain per digitalizzare l’emissione dei titoli di piccole e medie imprese.
  5. Strumenti per il business: questo tipo di soluzioni impattano soprattutto sulle attività amministrative e di supporto di una banca o di una impresa. Le startup impegnate su questo fronte si occupano di servizi che vanno dalla dematerializzazione dei documenti cartacei alla gestione dei rischi associati al business, grazie all’implementazione di strategie guidate dalle informazioni estratte dai dati aziendali. Tra le realtà innovative impegnate su questo fronte merita di essere menzionata eKuota ( ekuota.com ), che offre un servizio digitale di risk management.
  6. Crowdfunding: è una forma di microfinanziamento collettivo che avviene attraverso piattaforme specializzate che raccolgono il denaro di privati che decidono di sostenere alcuni progetti specifici o attività. Tra i principali player italiani possiamo ricordare CrowdFundMe (crowdfundme.it), Tip Ventures (https://tip.ventures), MamaCrowd (www.mamacrowd.com).
  7. Charity: è una sottocategoria del crowdfunding. In questo caso il sistema di donazioni sfrutta piattaforme basate su tecnologie innovative, con l’obiettivo finale di eliminare i costi di intermediazione tra il donatore e il destinatario della somma. In questa nicchia merita di essere menzionata HelperBit (helperbit.com), una startup che grazie alla tecnologia blockchain consente di tracciare la propria donazione, mentre le organizzazioni possono mostrare come utilizzano tali fondi.
  8. Ricerca finanziaria: queste realtà estraggono valore direttamente dai “big data”. Con questo termine si fa riferimento ad una raccolta di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, definita in termini di volume, velocità, varietà e veridicità. Per la gestione di una così grande mole di informazioni sono necessarie tecnologie e metodi analitici specifici al fine di supportare differenti tipi di analisi.
    Le startup con maggiore successo in questo ambito sono quasi tutte americane, tra le storie di maggiore successo possiamo ricordare iSentium (http://isentium.com/), Kensho (kensho.com) e Ayasdi (www.ayasdi.com).
  9. Insurtech: con il termine insurtech si fa riferimento all’utilizzo di innovazioni tecnologiche in ambito assicurativo. Le startup attive in questo segmento puntano a offrire polizze fatte su misura per il cliente. Grazie ai big data, queste realtà possono arrivare a definire dinamicamente il premio che un soggetto deve pagare per assicurarsi. Le startup più attive su questo fronte in Italia sono Neosurance (neosurance.eu) e Axieme (www.axieme.com).
  10. Investimenti: le soluzioni offerte in questo ambito vengono spesso etichettate con il nome di “roboadvisor”. Questi prodotti hanno l’obiettivo di aiutare le persone o di supportare i consulenti finanziari nella gestione dei risparmi grazie a motori algoritmici che offrono asset allocation personalizzate. Questi prodotti hanno un costo contenuto poiché basano le proprie strategie su ETF, strumenti caratterizzati da costi di gestione più bassi rispetti ai fondi attivi poiché si limitano a replicare passivamente l’andamento di un indice o di un particolare asset.
    Sempre nel segmento investimenti, esistono realtà più sofisticate che offrono soluzioni di investimento attivo, anche se con costi maggiori rispetto ai portafogli di ETF. Queste startup sfruttano modelli basati sull’intelligenza artificiale che sono in grado di prendere autonomamente decisioni operative di trading. I roboadvisor di maggior successo in Italia sono quelli offerti da Yellow Advice (CheBanca! – Gruppo Mediobanca) (https://yellowadvice.chebanca.it) e Moneyfarm (moneyfarm.com).
  11. Prestiti: il fintech risponde anche alla necessità di credito e offre attraverso piattaforme specializzate dei servizi di facile consultazione che consentono di accedendere un finanziamento in pochi click. Superando la lentezza della burocrazia bancaria, alcune di queste startup riescono a valutare una pratica in un giorno, senza che vengano richieste garanzie. Alcune piattaforme offrono anche soluzioni di anticipo fatture attraverso applicativi che hanno come obiettivo principale quello di semplificare la vita all’utente finale. La principali startup impegnate sul fronte dei finanziamenti sono BorsadelCredito.it (borsadelcredito.it), attiva nel P2P lending, Credimi (www.credimi.com), operante nel segmento dell’anticipo fatture, e Workinvoice (www.workinvoice.it), attiva nell’ invoice auction.
  12. Pagamenti e trasferimenti di denaro: le startup attive in questo segmento offrono servizi di pagamento digitale, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’uso del contante e di consentire trasferimenti istantanei di denaro. In alcuni casi le soluzioni offerte si appoggiano per la spesa ad una carta di debito o prepagata, in altri casi i pagamenti avvengono attraverso una app e richiedono che il commerciante presso il quale si vuole spendere il proprio denaro sia convenzionato con il servizio. Le startup di maggior successo in questo segmento affollato sono Satispay (satispay.com )e Hype (www.hype.it). Da non sottovalutare il fatto che Apple ha da poco iniziato a offrire il servizio Apple Pay in Italia (www.apple.com/it/apple-pay/).
  13. Finanza personale: queste soluzioni hanno l’obiettivo di semplificare e agevolare la gestione delle spese quotidiane per i propri clienti. Spesso questi prodotti si accompagnano a vere e proprie campagne di educazione finanziaria che puntano a sensibilizzare gli utenti sull’importanza del risparmio. Una delle realtà più interessanti in Italia è Oval Money, anche se al momento è disponibile solo la versione completa dell’app per iOS (ovalmoney.com/it)
  14. Proptech: le realtà attive in questo ambito hanno come obiettivo quello di rivoluzionare i business model degli operatori del settore immobiliare attraverso l’innovazione tecnologica. Nel nostro paese questo modello di business non ha ancora preso piede. Tra le realtà straniere di maggior successo possiamo individuare Truss ( buildtruss.com ) , RealtyShares ( www.realtyshares.com ) e FundRise ( https://fundrise.com ).
  15. Regtech: questo segmento sfrutta la tecnologia nell’ambito del monitoraggio normativo, reporting e compliance. Le realtà regtech mirano a trovare soluzioni che riguardano problematiche di conformità normativa attraverso l’innovazione tecnologica ed a costi contenuti. Generalmente queste startup lavorano in collaborazione con le istituzioni finanziarie e gli enti regolatori, e utilizzano il cloud computing e big data per la condivisione delle informazioni. In Europa alcuni tra i player più importanti sono Lingua Custodia (linguacustodia.finance/it/home/) e Qumram (www.qumram.com).
  16. Servizi di sicurezza: anche se questo prodotto è “invisibile” all’utente finale, numerose realtà si stanno impegnando a sviluppare soluzioni che sono in grado di difendere i dati finanziari degli utenti da attacchi hacker. Tra le realtà più interessanti operanti sul mercato italiano troviamo Neutrino ( neutrino.nu ) e G-Stat ( www.g-stat.com ).

 

Come evidenziato da questa analisi, il mondo del fintech è molto più articolato di quanto potrebbe sembrare. Infatti, sotto un’unica etichetta si possono raccogliere una moltitudine di prodotti che toccano tutti i punti della filiera e dell’offerta del banking.

E’ opportuno sottolineare che il cambiamento che abbiamo iniziato a intravedere a partire dalla fine del decennio scorso non è che l’inizio di un trasformazione digitale che dispiegherà i suoi pieni effetti nei prossimi 15-30 anni, stravolgendo sempre più gli equilibri di un settore che finora non aveva mai vissuto una rivoluzione al suo interno.

 

Reference