L’usuale conferenza stampa della governatrice della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, conferma, se ce ne fosse bisogno, quanto da tempo ben noto agli operatori. L’inflazione dell’Area Euro, e con essa quella dell’Italia, rimane ben al di sotto dei target della Banca Centrale e lì starà ancora per un bel po’ di tempo. Non ci si poteva aspettare altro vista la crisi da pandemia che stiamo vivendo

La figura sottostante, di fonte BCE, mostra appunto l’andamento dell’inflazione dall’entrata in gioco della BCE. E al momento siamo a zero.

 

 

A fronte di questa situazione, la BCE ribadisce che i tassi di interesse rimarranno agli attuali livelli di 0.00% (tasso di rifinanziamento principale), 0.25% (tasso di rifinanziamento marginale) e -0.50% (tasso di deposito). Anzi, la BCE fa intravedere che essi potranno anche scendere. Nelle parole della BCE:  “The Governing Council expects the key ECB interest rates to remain at their present or lower levels until it has seen the inflation outlook robustly converge to a level sufficiently close to, but below, 2% within its projection horizon, and such convergence has been consistently reflected in underlying inflation dynamics”.

Similmente l’acquisto di titoli (Pandemic emergency purchase programme or PEPP) continuerà secondo lo schema ridefinito in luglio, e cioè per un ammontare di 1.350 miliardi di Euro

La BCE vede comunque una ripresa robusta dell’economia europea nel terzo trimestre, dopo un crollo del PIL del 11,8% nel secondo quarto dell’anno. Christine Lagarde ha peraltro lodato l’intervento dei governi in termini di politica fiscale, e sottolineato come nei mesi estivi le misure di politica monetaria straordinaria, in particolare le TLTRO che forniscono ingente liquidità alle banche, abbiano favorito l’espansione del credito alle imprese.

Il tutto condito però da una notevole incertezza. Le proiezioni economiche della BCE includono infatti due possibili scenari che saranno meglio illustrati nella documentazione reperibile sul sito stesso della Banca Centrale nei prossimi giorni.

In definitiva, pur ribadendo che sarà necessario continuare con una politica accomodante, non sembra che al momento la BCE sia pronta ad una vera e propria svolta come fatto dalla FED. D’altra parte, la differente impostazione in tema di obiettivi che distingue la FED (controllo dell’inflazione ma anche ricerca del maximum employment level) e la BCE (singolo obiettivo di inflazione) non può essere modificata dalla BCE stessa. Come a dire: abbiamo le mani legate.

E anche sul tasso di cambio la governatrice è stata chiara: “we don’t target”, cioè non è un nostro obiettivo. Ma monitoriamo nel caso il tasso di cambio incida sull’inflazione.