Tra alti e bassi, banche in crisi, politiche monetarie incerte, crisi energetiche non totalmente sopite, controffensive annunciate, siamo arrivati a Maggio. Il tempo scorre veloce.

E, nonostante tutto, i mercati azionari si sono mostrati più resilienti di quanto atteso e preannunciato da molti operatori del settore. Year to date, l’SP500 è a circa +7% (chiusura 3 maggio). L’Eurostoxx 600 fa un + 7,46% e ad un anno è addiritura in positivo (+4,44%, 2022 assorbito).

Ma adesso?

La FED ha rialzato ancora, ma sembra che Powell abbia fatto intendere che ora ci potrebbe essere una pausa. Il presidente della FED ha spergiurato che i tassi non verranno comunque tagliati prima della fine del 2023: ma il mercato sta già scommettendo il contrario. Recessione in vista quindi? Sembrerebbe di sì, anche se non dovrebbe essere una catastrofe.

A questo punto torna in auge il vecchio adagio: “Sell in May and go away” (vendi a Maggio e vai in vacanza). In una recentissima nota (2 maggio) Lisa Shalett di Morgan Stanley indica che questa vecchia, e non sempre comprovata idea, potrebbe essere adatta per il 2023.

Le motivazioni? Crescita bassa e persistente inflazione, utili aziendali in deterioramento, debiti governativi non ulteriormente espandibili.

Che fare allora? Uscire completamente dai mercati e attendere?

A mio avviso da sconsigliare vivamente per gli investitori privati. Il market timing messo in atto dai privati, lo sappiamo, produce più danni che vantaggi nel lungo termine. Eventualmente prendiamo qualche profitto (se c’è) e rientriamo (immediatamente) con PAC. Non farsi prendere dalla solita overconfidence: esco e poi LO SO IO quando si tocca i minimi.

Discorso diverso, a mio avviso, sarebbe invece da fare per i gestori. Nei primi mesi dell’anno le performance dei mercati hanno dato buone soddisfazioni. L’anno è ancora lungo, è vero: ma cristallizare, almeno in parte, quanto ottenuto finora non sarebbe male, visto lo scenario che le stesse case di investimento prospettano.

Direi un anno adatto per misurare le capacità dei gestori attivi e dei gestori degli strumenti absolute. Stiamo a vedere.

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