Le SPAC (Special Purpose Acquisition Company) sono società quotate costituite per effettuare operazioni di fusione o acquisizione di azienda: si tratta di strumenti finanziari innovativi a metà strada tra l’investimento in fondi di private equity e l’investimento nei listini azionari. Hanno avuto successo negli Stati Uniti e nel Regno Unito; in Italia, dal 2012 ad aprile 2017, sono state create 11 SPAC che hanno portato in Borsa 8 aziende.

Tecnicamente sono veicoli di investimento (acceleratori di IPO – initial pubblic offering) che, in una prima fase raccolgono denaro tra il pubblico e, successivamente, agevolano l’ingresso in borsa di una società non quotata: ciò avviene tramite un’operazione di fusione tra la SPAC e la società target. Aziende di questo tipo vengono definite “Blank check companies”, ossia società che, inizialmente, non hanno un progetto di investimento predefinito ovvero il cui oggetto sociale consiste nell’effettuare un’operazione di fusione con un’altra società. La vita di una SPAC è solitamente limitata a 18-24 mesi dalla quotazione in borsa; nell’arco di questo periodo gli amministratori hanno l’obiettivo di individuare un’azienda-target che sia disponibile all’ingresso di nuovi soci e alla quotazione.

Coloro che investono in una SPAC, quindi, sottoscrivono e versano il capitale ricevendo azioni e warrant: se al termine del periodo massimo di vita fissato per la SPAC (di solito 18-24 mesi) non è stato completato il mandato, cioè non è stata effettuata nessuna fusione ovvero non è stato raccolto il capitale sufficiente, gli azionisti vengono risarciti con un rendimento minimo stabilito. Quando invece è stata individuata l’azienda-target, gli amministratori della SPAC propongono ai loro azionisti la fusione: se la fusione viene approvata gli azionisti della SPAC diventano shareholders di una società avente il business dell’azienda-target, la quale in tal modo beneficia dei capitali raccolti dalla SPAC e di conseguenza di una procedura semplificata di quotazione in borsa.

Negli USA dal 2003 sono state quotate oltre 180 SPAC: tuttavia solo poco più della metà hanno trovato una società da acquisire e comunque le loro successive performance sono state mediamente inferiori alle attese. Il taglio medio delle IPO è di circa 130 milioni di dollari.

 

Vantaggi per i sottoscrittori del capitale della SPAC:

  • remunerazione minima fissa garantita, in caso di insuccesso dell’iniziativa;
  • ottenimento di un valore minimo stabilito in caso di esercizio di recesso a seguito della fusione con l’azienda-target;
  • valutazione dell’azienda-target effettuata a sconto rispetto ai valori di mercato.

 

Vantaggi per l’azienda-target:

  • l’azienda ottiene la quotazione ai listini regolamentati attraverso una strada meno complessa rispetto alla prcedura “ordinaria”;
  • l’azienda ha la certezza dell’ammontare delle risorse raccolte essendo le stesse già a disposizione della SPAC.

 

Rispetto agli investimenti in private equity gli amministratori della SPAC co-investono nell’iniziativa e la loro remunerazione è dunque legata al successo dell’iniziativa. Inoltre la durata massima della SPAC è inferiore a quella di un fondo chiuso.

 

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