In queste settimane sto incontrando centinaia di risparmiatori in tutta Italia. Li trovo molto spaventati per quanto sta accadendo in generale a ciò che hanno sempre considerato – a torto – privo di rischio: le obbligazioni.
Il punto, a mio parere, è molto semplice: gli italiani si stanno accorgendo che anche le obbligazioni hanno un prezzo.
Per decenni, hanno fatto il pieno di due tipi di bond: titoli di stato e obbligazioni della banca sotto casa.
In entrambi i casi, compravano il tasso.
“Dimmi quando incasso gli interessi e quando scade l’investimento”.
Nessuno si è mai preoccupato di cosa accadesse al prezzo del titolo durante la sua vita.
Tanto a scadenza valeva 100.
Adesso non è più così.
I BTP “non sono più quelli di una volta” e le banche hanno (quasi) smesso di emettere debito.
Quindi, fuori singole emissioni governative e bancarie, dentro fondi comuni.
Tuttavia, c’è un problema: addio a cedola fissa e scadenza certa (ancoraggi psicologici fortissimi), ed attenzione che automaticamente si sposta sulle quotazioni di breve termine.
Nel quale, in uno scenario rialzista dei tassi, i problemi sono assicurati: le trappole emotive presentano un conto molto salato.
Ai risparmiatori, provo a dirla così.
Nella speranza di aiutarli a ragionare con la testa, piuttosto che con la pancia.
1. Rendimenti e prezzi si muovono in continuazione. Da sempre. Tra di loro c’è una relazione inversa.
I tassi ad esempio possono aumentare perché l’economia nel suo complesso va meglio (colesterolo buono), ovvero perché il rischio percepito su alcuni debitori sta aumentando (colesterolo cattivo).
L’effetto tuttavia è lo stesso: rendimenti su, prezzi giù. Tanto più tempo manca alla scadenza, tanto più questa relazione è accentuata.
2. Oltre ai tassi, ci sono le valute.
Se ti compri un’obbligazione al 10% in lire turche, ma nel frattempo quest’ultima perde il 50% contro l’euro, ti fai male.
3. Rischio tasso (colesterolo buono), rischio emittente (colesterolo cattivo) e rischio di cambio si stanno presentando tutti insieme, appassionatamente. Con ovvie pressioni sui prezzi e sull’equilibrio psicologico di chi investe.
Se la tua sicurezza finanziaria è strettamente legata ad uno di questi rischi, hai un problema.
Non puoi permetterti di avere in portafoglio la massima concentrazione di:
– titoli a 50 anni, ignorando il rischio tasso
– titoli di un solo debitore, ignorando il rischio emittente
– titoli in valute volatili, ignorando il rischio di cambio
Ricorda però che ogni fattore di rischio è generatore di rendimento.
Quindi, se il tuo portafoglio è diversificato e questi ingredienti sono correttamente mixati, devi fare esattamente quello che facevi quando correvi a comprarti BTP e obbligazioni bancarie come se non ci fosse un domani.
Primo, rispettare i corretti orizzonti temporali.
Secondo, non perdere la calma.
Terzo, ricordare che i mercati (non i singoli titoli!) nel lungo periodo sono ciclici, resilienti e prevedibili.
Infine, esultare.
Se fai quanto sopra, il rendimento arriva.
Garantito.
Fonte: https://www.facebook.com/andrea.rocco.9/posts/1987111261383355