L’evidente e crescente interesse che suscita la tecnologia Blockchain nel panorama mondiale è un chiaro segno di rapida transizione verso nuove soluzioni idonee a condividere e validare informazioni in maniera sicura all’interno di una rete. In un mondo sempre più interconnesso e digitalizzato, in cui i dati costituiscono l’oggetto essenziale e più prezioso in uno scambio di informazioni, la sicurezza è di primaria necessità, sia per le imprese, le istituzioni bancarie e la pubblica amministrazione, sia per i privati.

In generale, la repentina diffusione di questa tecnologia e la rilevanza da essa assunta, aggiunge un motivo ulteriore, da parte delle imprese per considerare le innovazioni tecnologiche come variabili determinanti del proprio ciclo di vita e non più come un mero vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti. A conferma di ciò, la strategia aziendale avvalora questo assunto esaminando situazioni d’impresa in cui una visione statica da parte del management, cioè non pronta ad affrontare le innovazioni, determina la fine del ciclo di vita di un prodotto / servizio, o peggio compromette il core business dell’impresa stessa (Nokia nel 2008).

Il presente articolo si focalizza sulle potenzialità dell’utilizzo della Blockchain nell’industria finanziaria globale, e su come tale utilizzo potrebbe cambiare il mondo degli investimenti in maniera determinante.

L’idea dietro la tecnologia Blockchain e i registri condivisi

Per cogliere appieno l’idea di fondo della Blockchain è necessario comprenderne le origini. Questa, infatti, è una tecnologia che rientra e deriva dall’alveo delle cosiddette DLT (Distributed Ledger Technologies), da cui la Blockchain ha ereditato le sue caratteristiche basiche: un database decentralizzato, distribuito e condiviso tra tutti i partecipanti alla rete, i quali ne replicano e detengono una copia. Ogni modifica effettuata sul libro mastro è soggetta ad approvazione (consenso) da parte della maggioranza dei costituenti della rete, attraverso la risoluzione di un algoritmo che valida l’aggiornamento del registro per tutti i nodi.

Facendo un passo indietro, il Distributed Ledger è l’evoluzione del Centralized Ledger e del Decentralized Ledger (vedi figura sottostante). I libri mastri condivisi abbandonano la logica centralizzata del Centralized Ledger, in cui la struttura fa riferimento alla fiducia nell’autorità che è il centro dell’organizzazione, e si spostano verso un’idea diversa, decentralizzando a livello locale; in tale modo non c’è più un “grande” soggetto centrale bensì tanti soggetti centrali. Anche in questo caso, però, la fiducia è delegata ad un soggetto centrale, più vicino, ma comunque centralizzato.

La vera innovazione è rappresentata dal Distributed Ledger, ovvero da una concreta e completa logica distribuita dove non esiste più nessun centro e dove la logica di governance è costruita attorno ad un nuovo concetto di fiducia tra tutti i soggetti. Nessun partecipante ha la possibilità né il diritto di prevalere e il processo decisionale passa rigorosamente attraverso un processo di strutturazione del Consenso.

La peculiarità sostanziale che distingue la Blockchain (introdotta nel 2008), pubblica o privata che sia, e la più grande famiglia delle DLT è la struttura a blocchi, concatenati gerarchicamente in ordine temporale da un apposito marcatore (timestamp). I blocchi aggiungeranno dati che, una volta validati, non saranno più modificabili o eliminabili, poichè protetti da una firma crittografica, l’hash, che identifica il blocco in modo univoco e permanente, permettendo il collegamento con il blocco precedente.

In altri termini, la Blockchain è un database decentralizzato che archivia asset e transazioni su una rete di tipo peer-to-peer. Un Registro pubblico per la gestione di dati attraverso un software open-source condiviso tra computer, che tracciano scambi o eventi riguardanti qualsiasi tipo di bene digitale (un file, un codice, una moneta digitale e altro). Attraverso un registro di transazioni (i cosiddetti blocchi), in sicurezza, il bene passa di possessore in possessore; concretamente, questo scambio è a tutti gli effetti un trasferimento univoco della proprietà digitale, e non una copia e condivisione della stessa, risolvendo il problema della ‘doppia spesa’[1] presente principalmente nelle transazioni digitali non in valuta fiat[2].

Prima di concentrarsi sulle applicazioni concrete di queste tecnologie innovative è necessario far luce in maniera adeguata sulle peculiarità che le caratterizzano:

  • Sicurezza: l’architettura basata su Blockchain elimina i singoli punti di errore e riduce la necessità di consegnare dati nelle mani di intermediari. In più, la crittografia[3] e gli algoritmi di consenso sono senza dubbio garanzie che permettono di ritenere sicure ed efficaci le transazioni o contratti digitali.
  • Trasparenza: le Distributed Ledger Technologies standardizzano i processi condivisi e creano una singola fonte condivisa tra tutti i partecipanti al network; questa peculiarità costituisce la messa in atto della decentralizzazione.
  • Programmabilità: una delle caratteristiche più interessanti è la possibilità di implementare l’automazione di processi e operazioni commerciali routinarie attraverso la creazione ed esecuzione di smart contract.
  • Privacy: le tecnologie per la privacy rese possibili dalla Blockchain consentono la condivisione selettiva di dati tra imprese e gli attori della rete.

È essenziale però sottolineare che il tema della privacy in questa tecnologia genera ancora incertezza e contraddizioni, in riferimento al nuovo Regolamento UE 2016/679 per la Protezione dei Dati o GDPR (General Data Protection Regulation)[4], che determina le linee guida in materia di Protezione delle Persone Fisiche con riguardo al Trattamento dei Dati nonché alla libera circolazione di questi.
Tenendo presente il fatto che le evoluzioni normative a tal proposito sono all’ordine del giorno, le principali incompatibilità sono costituite dal fatto che i dati personali inseriti in una Blockchain sono pubblici e consultabili da tutti i partecipanti alla rete, ma non è detto che un utente abbia indicato che tali dati possano essere accessibili; inoltre, relativamente a quanto scritto sulla non modificabilità dei dati personali inseriti in una Blockchain, se non coinvolgendo gerarchicamente tutti i blocchi interessati, il GDPR prevede che un utente ha il diritto di richiedere la modifica di tali informazioni.
Sebbene questo articolo si concentrerà sul come le tecnologie DLT impatteranno il settore finanziario e bancario, è essenziale comprendere la versatilità di tali innovazioni negli ambiti più vari. Ad esempio, nella gestione delle supply chain molte imprese hanno implementato l’uso della Blockchain per tracciare un qualunque prodotto, dalla materia prima al consumatore finale.
La tracciabilità è infatti il processo informativo che permette di monitorare il prodotto dalla materia prima, alla trasformazione e alla commercializzazione: dunque lungo tutta la filiera. La rintracciabilità, invece, è il procedimento che permette di ripercorrere al contrario la supply chain in modo da poter ricercare un evento preciso. Ed è proprio nell’ambito della tracciabilità e della rintracciabilità, processi essenziali disciplinati dal Regolamento europeo n. 178 del 2002[5], che la Blockchain può rivelarsi uno strumento potenzialmente rivoluzionario.

Una tale implementazione operativa permette infatti il tracciamento del prodotto in tempo reale durante ogni passaggio nella filiera. In primo luogo è possibile verificare la provenienza e le origini del prodotto attraverso il “timestamping”[6], incrementandone il valore, in termini di qualità, di trasparenza e di percezione per il cliente, tutelando al contempo il produttore da eventuali manomissioni.

In secondo luogo poter controllare, programmare e automatizzare ogni step del processo di una spedizione ridurrebbe drasticamente gli errori umani e consentirebbe di efficientare i costi operativi, oltre che sveltire gli interventi in caso di eventuali reclami.

Integrazione delle DLT tra Istituti creditizi e Corporate Governance

L’industria dei servizi bancari e finanziari, come tanti altri settori influenzati dalla Blockchain già citati (logistica e trasporti, media e comunicazione, intrattenimento, industriale, sanità) risente positivamente dell’avvento delle tecnologie DLT.

Le tecnologie Blockchain hanno infatti il potenziale di aggiungere 1.76 trilioni di dollari[7] all’economia globale entro il 2030. Nell’arco temporale compreso tra il 2016 e il 2020, il 40% dei progetti sulla tecnologia Blockchain sono stati indirizzati al settore finanziario[8], che rimane il più rilevante nella ricerca su questa tecnologia e sui suoi possibili impieghi nel trasferimento di valore fra pari, escludendo il problema della mancanza di fiducia fra le parti quando si vanno a rimuovere gli intermediari.

Non si tratta quindi delle sole criptovalute, tanto osannate quanto criticate, ma di una progressiva digitalizzazione che stravolgerà tutto il settore bancario.

Usando la Blockchain per certificare le informazioni delle controparti, al fine di meglio valutarne la solvibilità e il merito creditizio, l’industria creditizia potrebbe trarre numerosi vantaggi[9] incrementando l’efficienza delle proprie operazioni, velocizzando i processi di prestito e migliorando l’efficacia nella gestione del rischio.

Nell’ambito dei circuiti di pagamento e delle transazioni, l’efficacia e la convenienza dell’utilizzo delle tecnologie in questione è acclarata anche per movimenti di denaro transfrontalieri: attraverso trasferimenti P2P (reti decentralizzate con interazione diretta tra individui, senza necessità di intermediari di terze parti) di fondi tra banche diverse, anche centrali, nuovi servizi per le rimesse bancarie transfrontaliere e pagamenti corporate, tutta l’industria bancaria può beneficiare di sicurezza e costi bassi.

Decisivo sarà il ruolo degli smart conctracts, protocolli informatici che facilitano e verificano la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, nella gestione e trasferimenti di proprietà di asset vari, fisici (come titoli finanziari o immobili) e digitali (valute digitali, documenti contabili).

I termini e le condizioni presenti nei “contratti intelligenti” sono condivisi e quindi trasparenti e accessibili a tutti i nodi del network, implicando che una volta che un contratto diventa esecutivo non vi è più alcuna possibilità di contestarne le clausole contenute.

A tal proposito, inoltre, si aprono le porte della digitalizzazione di tutti i documenti contabili in capo alla banca (solitamente in formato cartaceo), che possono essere inseriti direttamente e dettagliatamente in un libro mastro condiviso. È evidente quanto questa soluzione aumenti l’efficienza della banca ed elimini la burocrazia che sta dietro queste operazioni di routine di contabilità e audit, limitando la necessità di interventi umani (con un minor dispendio di risorse) rendendo le informazioni e gli eventi contenuti in questi report non modificabili e sicuri.

Un’altra applicazione delle tecnologie a registro condiviso, ancora poco utilizzata ma con potenzialità notevoli, è la loro implementazione nella governance societaria. Tale pratica, recentemente emersa e incoraggiata dal Decreto Cura Italia, prende spunto dalla possibilità di utilizzare le telecomunicazioni per gestire le assemblee societarie ordinarie, straordinarie, e l’espressione del diritto al voto[10].

La Blockchain subentra in quest’ambito come mezzo per l’amministrazione, condivisione e archiviazione di documenti (piani industriali, bilanci preventivi) che necessitano approvazione e consultazione da parte dei soci e degli stakeholder, garantendone immutabilità, sicurezza e trasparenza. In secondo luogo, con questa tecnologia al servizio della governance aziendale, il problema della validazione delle presenze dei soci durante le assemblee societarie decade attraverso l’utilizzo di una firma digitale, un vero e proprio codice identificativo assegnato ad ogni partecipante, posto sull’apposito registro distribuito.

Appurato quindi come le innovazioni in esame possano essere determinanti per il futuro dell’attività bancaria e delle imprese in genere, è necessario tuttavia individuare anche le debolezze e le fragilità di questa trasformazione.
Per prima cosa, sebbene la consapevolezza sul tema Blockchain sia aumentata vertiginosamente negli ultimi anni, manca un consolidato sistema di regolamentazione volto a tutelare tutti gli attori coinvolti[11], che sia armonizzato e contestualizzato alla rapidissima digital transformation del sistema bancario.

Un’ulteriore problematica di certo non trascurabile è rappresentata dagli alti costi di gestione: la Blockchain, infatti, si fonda sulla crittografia per garantire la sicurezza e fornire la possibilità di costruire il consenso su una rete distribuita. È dunque necessario usare algoritmi complessi di validazione che richiedono una grande potenza di calcolo; di conseguenza i costi aumentano.

Le previsioni emerse da diversi report[12] accademici, istituzionali o redatti da società di consulenza, sostengono allora che le tecnologie DLT si consolideranno e diverranno preponderanti una volta abbattuti gli alti costi di implementazione e raggiunta una maggiore confidenza nei confronti di una argomento che spesso non si comprende a fondo e può confondere.

Come già emerso, la Blockchain ha dunque ancora molte criticità da risolvere affinché possa affermarsi come tecnologia rivoluzionaria in molteplici campi applicativi, prima tra tutte la sicurezza delle informazioni e una disciplina legislativa precisa.

 

[1] Il cosiddetto double-spending non è altro che il problema che potrebbe verificarsi nel momento in cui qualcuno fosse in grado di esercitare doppiamente e illecitamente il suo diritto di proprietà, spendendo più volte lo stesso token, ad esempio. Nella realtà, il fenomeno del double-spending è rarissimo, e si riscontra in genere solo su valute digitali o infrastrutture di rete davvero minori, insicure, non ben testate ed analizzate.

[2] Valuta Fiat: moneta a corso legale, la cui stabilità è garantita dal controllo sull’emissione da parte delle Banche centrali ed è il riconosciuta come mezzo di pagamento dalla legge.

[3] La crittografia non libera persone ed aziende dalle proprie responsabilità sul controllo dei dati perché potenzialmente tutta la crittografia può essere violata, attraverso truffe di phishing (per furto di wallet digitali e dati sensibili) e malware (ransomware, cryptojacking, miner).

[4] Dal 25 maggio 2018 è divenuto pienamente applicabile in tutti gli Stati membri, come risposta urgente e indispensabile alle sfide poste dagli sviluppi tecnologici, da tenere in considerazione per i nuovi modelli di crescita economica. Le norme incluse si applicano anche alle imprese situate fuori dall’Unione europea che offrono servizi o prodotti all’interno del mercato Ue; https://gdpr-info.eu/.

[5] Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare.

[6] Porzione di dati custodita in ogni blocco della Blockchain, costituita da un numero seriale univoco che identifica il momento esatto della convalida da parte degli utenti della rete.

[7] Fonte: PwC Report “Time for trust” (2020)

[8] Stando alle previsioni annunciate all’ultimo World Economic Forum, entro il 2025 ben il 10% del PIL del mondo sarà prodotto da attività e servizi che saranno erogati e distribuiti attraverso le tecnologie Blockchain

[9] Banking on Blockchain Report, a value analysis for investment banks – Accenture Consulting. “Leading the pack in Blockchain banking” – IBM Institute for Business Value, survey conducted by The Economist Intelligence Unit.

[10] Voto elettronico (e-voting): una rivoluzione del sistema elettorale, adattabile a qualsiasi contesto, che, attraverso la Blockchain, permette la validazione delle preferenze anonime da parte dagli elettori stessi. Ad esempio, il record cronologico dei voti non può essere modificato perché gli altri nodi della rete vedrebbero che il record è diverso da quello in loro possesso e allo stesso modo, non è possibile validare un voto illegittimo poiché gli altri elettori sarebbero in grado di rilevarne la non compatibilità con le regole della Blockchain.

[11] La forte esigenza di una normativa che postuli un appropriato coordinamento sovranazionale emerge da un’indagine approfondita del tessuto bancario italiano e degli operatori nel Fintech, effettuata da Banca d’Italia e Consob. (C. SCHENA, A. TANDA, C. ARLOTTA, G. POTENZA, Lo sviluppo del Fintech, op. cit., p. IV.).

[12] In riferimento agli studi e i report di: Deloitte (2016), Fintech in CEE, in https://www2.deloitte.com, Department for Intemation Trade, UK; EY (2017), Fintech adoption index 2017, in www.ey.com; PWC (2017), Global Fintech Report 2017: Redrawing the lines – Fintech’s growing influence on Financial Services, in: https://www.pwc.com; KPMG (2018) Die pulse of Fintech – 2018, home.kpmg.co. Central Bank Digital Currencies and a Euro for the Future Report – The European Union Blockchain Observatory & Forum (June 2021); Report on Blockchain: a forward-looking trade policy – Committee on International Trade – European Parliament (2018); Opportunities for private enterprises in Emerging Markets – International Finance Corporation, World Bank Group (2019).

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

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3. BOUCHER P., NASCIMENTO S., KRITIKOS M., Come la tecnologia blockchain può cambiarci la vita. EPRS, Servizio Ricerca del Parlamento Europeo – Unità Prospettiva Scientifica.

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