Nell’articolo precedente è stata evidenziata la performance negativa (-10% circa) che ha caratterizzato negli ultimi 6 mesi la categoria Inflation Linked Bond, rappresentati da un ETF che investe in titoli obbligazionari del tesoro americano legati all’inflazione (US TIPS).
Questo risultato ha colto di sorpresa la maggior parte degli investitori che probabilmente aveva aspettative ben diverse sul potenziale ritorno della categoria in una fase come quella che stiamo vivendo.
Il tutto è stato probabilmente alimentato dalla forte correlazione dell’ETF (US TIPS) con l’andamento invertito dei tassi reali. Comprare Inflation Linked Bond significa andare lunghi sui tassi reali: si guadagna quando i tassi reali scendono e si perde quando i tassi reali salgono. Cerchiamo di capire cosa è successo.
Ciò che ha caratterizzato i mercati finanziari in questi ultimi sei mesi è stato il forte rialzo dei tassi nominali dei titoli governativi. In particolare, se prendiamo il rendimento nominale del 10y US TSY e lo dividiamo nelle sue due componenti oggi abbiamo:
10y US TSY Nom Yield (+3,05%) = US 10y Real Rate (+0,3%) +10y US Inflation Breakeven (+2,75%)
Il tasso nominale è pari alla somma delle aspettative di mercato per i tassi reali e le aspettative per il tasso d’inflazione. Se prendiamo il periodo utilizzato per l’analisi degli US TIPS notiamo che la breakeven è variata di circa +25bps a +2,75%; mentre il tasso reale è passato da circa – 100bps a + 30bps (+130bps).
Ma perché la perdita di circa -10% per US TIPS ETF? Perché la duration effettiva (la sensibilità della variazione del prezzo di un’obbligazione inflation linked alla variazione del tasso d’interesse reale) dell’ETF in oggetto è circa 7,5. Pertanto, approssimando abbiamo -7,5 x +1,3 (+130bps) = -10% circa.
Cosa appare evidente? Quando compri TIPS, compri tassi reali con duration pari ai TIPS che hai in portafoglio. Col senno di poi, cosa avremmo dovuto fare se, sei mesi fa, avessimo immaginato un forte rischio di rialzo dei tassi di mercato (reali o breakeven)?
Se avessimo avuto la paura di un rialzo dei tassi reali avremmo dovuto vendere i TIPS in portafoglio o, se non gli avessimo avuti, non avremmo dovuto comprarli.
Se, invece, avessimo avuto paura di un rialzo delle breakeven, avendo in portafoglio i TIPS (non volendoli vendere, perché convinti che avrebbero performato bene nello scenario attuale) avremmo dovuto aggiungere uno short sui tassi nominali per pari duration.
La posizione sintetica sarebbe stata una proxy di short breakeven (= + US TIPS + Short US Nom. Rate = + (Real Rate) + (- Real Rate) + (- breakeven) = – Breakeven)
Propongo qui sotto un ETF (INFU IM) che ha adottato questo tipo di strategia (lungo TIPS + Short US Nom. Rates = – breakeven) e lo confronto con il US 10y breakeven.
Le due serie hanno una buona correlazione (R2@70). l’ETF performa meglio (+8% circa) probabilmente per il buon contributo dello short tassi a cui si aggiunge quello della breakeven (come si vede dal grafico).
US Synthetic Breakeven ETF & US Real Rates