Il fatto
Chi opera nei mercati finanziari conosce sicuramente questi due indicatori tipici di rischio: la duration e il beta. In termini sintetici e generali, la prima misura il rischio di tasso di interesse di un titolo a tasso fisso (ad esempio un BTP) o di un portafoglio di titoli a tasso fisso. E cioè: se si alzano i tassi di interesse di quanto scende il prezzo del mio titolo, ovvero il valore del mio portafoglio?
Il secondo indicatore, il beta, viene invece solitamente utilizzato per misurare quanto un titolo azionario (ovvero un portafoglio di titoli azionari) è più o meno correlato all’andamento del suo mercato di riferimento (come proxy si utilizza il benchmark del mercato).
In sintesi: se il beta di un titolo è maggiore di 1 i rendimenti dello stesso tendono ad amplificare quelli del mercato (titolo aggressivo). Viceversa, se il beta è minore di 1 il titolo tende a smorzare l’andamento del mercato (titolo difensivo); ça va sans dire che se il beta è uguale a 1 il titolo segue, in media, l’andamento del mercato
Ok, fin qui niente di nuovo.
Ma visto il cambiamento di scenario, caratterizzato da un generalizzato aumento dei tassi di interesse, qualcuno ha iniziato a ragionare su quale relazione esista tra andamento dei tassi e andamento dei titoli azionari.
Ciò significa che si può in realtà calcolare un altro tipo di relazione, esprimibile attraverso un altro tipo di beta, che raffronta azioni e tassi di interesse. In altri termini, e più semplicemente, come reagisce l’azionario al variare dei tassi?
E qui la cosa si fa interessante. Come evidenzia il grafico sottostante, di fonte Bloomberg, agli inizi degli anni 2000 (precisamente 2001) i principali indici azionari americani registravano un Treasury Beta, cioè una correlazione con il tasso dei titoli di stato, essenzialmente similare ed intorno allo zero o leggermente negativo.
https://www.bloomberg.com/opinion/articles/2022-06-23/x-rated-recession-risks-look-unavoidable-for-markets
Nel 2021 la situazione è totalmente differente. Il beta dei diversi indici risulta molto variegato, passando da quasi +0,75 per il Nasdaq 100 a quasi -0,75 per il Russell 2000.
Il commento
Il significato del grafico è il seguente: a seconda del tipo di investimento azionario che si effettua, l’effetto dell’andamento dei tassi può essere più o meno positivo. Il che, di conseguenza, sta ad indicare che non esiste una sola ed univoca relazione (inversa?) tra mercato azionario e politica monetaria restrittiva.
Se i tassi salgono il beta (rispetto ai tassi stessi) della componente azionaria del portafoglio assume rilevanza. E sarebbe il caso di averne contezza.