Il fatto

Mi ricordo bene che, prima della crisi finanziaria del 2008, circolava una interessante infografica in cui era rappresentata una piramide rovesciata: nella piccola punta della piramide, in basso, vi era la capitalizzazione delle borse mondiali, cioè una misura dell’economia reale (le azioni rappresentano infatti partecipazioni in imprese che producono beni e servizi reali, sebbene il loro valore possa in parte, anche non marginale, essere rappresentato da intangibles).

La fetta centrale della piramide indicava invece l’ammontare degli strumenti derivati negoziati in mercati regolamentati che “insistevano” sulla capitalizzazione di borsa. Più in alto, alla base della piramide, cioè nella parte più consistente, vi era infine l’ammontate degli strumenti derivati negoziati fuori mercato (OTC, over the counter). Come a dire: un mondo di carta, una immensa sovrastruttura finanziaria, sopra la piccola testa dell’economia reale.

Ma poi ci fu la crisi, e quindi si potrebbe immaginare che le cose si siano nel frattempo risistemate, riportando il mondo dei derivati (utili strumenti se usati in maniera corretta e conoscendone le caratteristiche) ad un perimetro più giustificabile.

Il grafico sottostante ci dice tuttavia che dallo scoppio della pandemia, e fino al 2021, vi è stata una impennata nel numero di contratti derivati su strumenti equity: opzioni e future su indici, opzioni e future su singoli titoli, derivati su ETF (si, perché adesso è possibile anche questo). In contro tendenza con quanto si era verificato almeno fino alla meta dello scorso decennio

Fonte: WFE

 

Il commento

Ma chi compra e vende tutti questi derivati? Si potrebbe pensare, ovviamente, agli investitori istituzionali, in primis. In realtà, e specie negli USA, i dati indicano come una buona fetta di derivati sia direttamente utilizzata dagli investitori retail che, dopo la sbornia delle meme-stock, si sono gettati su tali strumenti per poter speculare a leva, anche con pochi soldi.

E se proprio non si riesce, o non si vuole andare direttamente sul derivato, si possono utilizzare gli ETF strutturati, in cui è lo strumento stesso ad essere messo a leva attraverso futures od opzioni. Già questa primavera, in un articolo apparso su Bloomberg, si metteva in evidenza come i piccoli trader si fossero riversati su ETF short per speculare al ribasso.

Ma saranno chiari a tutti i rischi di questi strumenti?