Crolli, chiusure, fusioni forzate, prezzi dei CDS che schizzano verso l’alto, difficoltà a trattenere i depositi, performance di Borsa in caduta libera. Sembra (e sottolineo sembra) di essere tornati al 2008.

Ma i regulators rassicurano: specie in Europa, dicono, le banche sono oggi più capitalizzate e resilienti che in passato. Crediamoci (ci mancherebbe).

Il mercato, inteso come l’insieme di tutti gli investitori, piccoli e grandi che siano, ha però le sue emozioni, le sue paure. E qualche domanda se la potrà pur porre.

In particolare, coloro che per ricchezza personale, ovvero per caratteristiche della propria attività, detengono ingenti somme di denaro su conti correnti e depositi iniziano a chiedersi se diversificare su più banche, onde evitare di essere troppo esposti in caso di dissesto, sia una buona cosa.

Proviamo allora a fare qualche considerazione al riguardo.

Partiamo dal fatto che, in Italia, il Fondo Interbancario dei depositi copre fino a 100.000 euro (negli USA la soglia è 250.000 dollari).

Senza timori, aggiungiamo anche che in caso di dissesto di una banca di dimensioni significative, gli strumenti di salvataggio straordinari diventano norma. Ce lo hanno insegnato proprio gli ultimi casi: pur di mantenere la calma si è fatto di tutto e di più. E per quanto esista una cosa che si chiama Bail In, basata sul concetto che lo Stato dovrebbe intervenire solo in ultima istanza e temporaneamente, quel 64,3% di partecipazione del signor MEF in MPS ci lascia qualche dubbio.

Ad ogni modo, se consideriamo le persone fisiche non vi dovrebbero essere poi così grosse necessità di diversificazione tra più banche, per almeno due motivi. Il primo, attiene al fatto che solo un numero ristretto di soggetti detiene (non casualmente o temporaneamente: ad esempio ho ricevuto una somma in eredità, oppure ho effettuato un disinvestimento, e non ho ancora deciso come reinvestire) più di 100.000 euro sul conto corrente.

In seconda istanza, basterebbe andare ad investire il sovrappiù in strumenti di risparmio gestito o in titoli (non della banca stessa ovviamente). Tali strumenti, infatti, rappresentano delle ovvie esclusioni in caso di Bail in della banca.

Il problema si potrebbe invece porre nel caso di aziende (diciamo di medie-grandi dimensioni) che, fisiologicamente, si ritrovano a detenere ingenti somme sul conto corrente per soddisfare le esigenze di cassa (pagamento fornitori e dipendenti per intenderci). Ma pensiamo anche a studi professionali che, per diversi motivi, detengono anche temporaneamente denaro dei clienti.

Arianna Cohen di Bloomberg spiega in un interessante articolo del 27 marzo 2023, alcuni semplici precauzioni da prendere. Vediamole in sintesi e riaddattandole al contesto italiano

https://www.bloomberg.com/news/articles/2023-03-23/how-to-keep-accounts-safe-amid-bank-collapses?

1) Scegliere bene la banca (o le banche) con cui si lavora. Senza pretesa di diventare degli esperti analisti, qualche dato sull’intermediario di riferimento lo si può trovare facilmente (ad esempio il livello di capitalizzazione)

2) Gestire i propri conti correnti. In particolare, tenere separati su più banche i conti che coprono esigenze finanziarie diverse (pagamento fornitori, pagamento dipendenti ecc..) e spostare il denaro quando un conto supera la soglia di copertura del Fondo Interbancario dei depositi.

3) Gestire la liquidità in eccesso investendo in strumenti monetari prontamente liquidabili

4) Crearsi comunque un fondo di emergenza per affrontare le difficoltà temporanee nel caso in cui una delle banche con cui si lavora entri in una fase di dissesto

5) Tenere comunque attive una o più linee di credito da cui attingere liquidità in caso di necessità (ovviamente considerando i costi che questa soluzione comporta).

In conclusione:

* se siete persone fisiche investite il denaro in eccesso (e comunque scegliete bene la banca con cui lavorare)

* se siete imprese scegliete bene le banche con cui lavorare e, pur non esagerando, diversificate tra banche considerando però i costi. Anche per voi, comunque, la gestione di tesoreria può essere attuata tramite strumenti di risparmio gestito