La vicenda può sembrare molto lontana da noi, e per questo ha riscosso poca eco nel nostro paese. Ma la repentina discesa di tutto il comparto bancario americano avvenuta proprio ieri (9 marzo) è un segnale da considerare attentamente

Il tutto nasce dalle problematiche della Silvergate Capital Corp. e della SVB Financial Group., sottoposte ad un brusco ritiro di depositi. E il mercato si è subito chiesto se questa sia la punta dell’iceberg.

Il problema nasce dallo stesso aumento dei tassi di interesse che negli ultimi tempi ha rimpinguato gli utili delle banche tradizionali. Con tassi più alti, si è sempre supposto, le banche guadagnano di più in termini di interessi attivi incassati sui prestiti. E normalmente riescono, almeno per un certo periodo, a mantenere fermi i tassi sui depositi

Si tratta della cosiddetta vischiosità dei tassi applicati dalle banche: li alzo e li abbasso, dal lato dell’attivo e del passivo di bilancio, con tempistiche non omogenee in modo da sfruttare il loro andamento. Il vecchio refrain, nel mondo bancario, era: non importa che i tassi salgano o scendano, l’importante è che si muovano.

Tutto facile allora? Non proprio. Perchè nel bilancio di una banca sono presenti, lato attivo, anche titoli, solitamente di stato. E il loro valore, in caso di rialzo dei tassi, diminuisce come noto.

Inoltre, la vischiosità vale fino ad un certo punto. Alla fine i depositanti capiscono che vi sono altre opportunità sul mercato (vedi titoli di stato) alternative a lasciare i soldi su un conto corrente a tasso zero. E a questo punto anche le banche sono costrette ad offrire tassi più alti sui depositi.

Ora, se i depositanti accellerano lo spostamento del loro denaro verso titoli a maggior rendimento, le banche potrebbero trovarsi costrette a vendere titoli in portafoglio che nel frattempo sono scesi di prezzo, monetizzando ahimè le relative minusvalenze.

Mettiamoci infine il restringimento dei cordoni della borsa da parte delle Banche Centrali (QT, quantitative tightening) e il piatto è servito.

Una nuova crisi finanziaria in vista? Al momento no, direi. Ma cerchiamo di capire e di monitorare la situazione